Apice – Conte Marzotto

Grani antichi autoctoni coltivati con metodo biologico.

APICE ASSOCIAZIONE PER L’ INNOVAZIONE CEREALICOLA

Tutela la biodiversità in Toscana

La nostra Filiera Apice recupera le Antiche Tradizioni Toscane coltivando grani antichi autoctoni con metodo biologico.
Questo permette di ricostituire l’ecosistema, migliorare l’ambiente e tutelare la salute.
Una strada più difficile se vogliamo seguire tutte le normative, ma di certo più bella perché sostenibile, virtuosa e sana.
 
 
Solo con un’agricoltura sostenibile è possibile alimentarsi bene, tutelare l’ambiente e fornire prodotti di eccellente qualità non utilizzando fertilizzanti o altri residui chimici. Nella coltivazione dei grani antichi è fondamentale anche il rispetto delle rotazioni alternate con la coltivazione di cereali di altre specie come il girasole, colture da foraggio, lino, favino, ecc…Tutto questo per mantenere fertile il terreno con pratiche rigorosamente nel rispetto delle normative sull’agricoltura biologica. 

Un lavoro impegnativo, reso possibile grazie alla passione e allo sforzo di alcune aziende virtuose del nostro territorio coinvolte nel recupero e nel mantenimento in purezza di alcune varietà di grano da conservazione e con l’obiettivo fondamentale di creare produzione, innovazione cerealicola e tutelare la Biodiversità in Toscana.

Per  questo motivo siamo diventati Casa Sementiera di “Semi Certificati” a garanzia della loro genetica, purezza e germinabilità. La riproduzione del seme-base è affidata alla Regione Toscana nella Tenuta di Alberese, mentre una seconda moltiplicazione viene fatta presso alcune Tenute della nostra Filiera. Ci teniamo a precisare che tutte le nostre Varietà di Grano da Conservazione sono state registrate ed approvate con Decreto Ministeriale.

Il Grano Conte Marzotto

Il Grano Conte Marzotto un grano di ottima qualità, ritrovato e tornato ad essere coltivato in Toscana grazie a Molini Cicogni.

Il grano Conte Marzotto venne selezionato proprio qui in Toscana negli anni ‘50 dal genetista fiorentino Marco Michahelles e deriva dall’ unione di due varietà di grano molto interessanti: MARA x IMPETO.

Fu iscritto nel 1969 al Registro Nazionale Varietale dal quale venne poi cancellato nel 1990 nonostante l’ ottima qualità della farina, la buona coltivabilità e resistenza; purtroppo la Banca Toscana del germoplasma non disponeva più di semi di questa varietà.

Dimenticato così per molti anni, è stato recuperato grazie alla passione per i grani antichi e al minuzioso lavoro di ricerca di Siro Cicogni che lo ha riprodotto, facendo coltivare alle Aziende della nostra Filiera Apice, quei pochissimi semi da lui ritrovati. Il nome del grano è rimasto quello vero, autentico.

Marco Michahelles scelse di chiamare Conte Marzotto uno dei suoi grani più riusciti come omaggio al suo caro amico, grande industriale e imprenditore agricolo, in Italia e all’estero, Gaetano Marzotto che aveva finanziato le sue ricerche e che oltre alla sua  attività di industriale tessile aveva grande interesse in materia di sviluppo agricolo ritenendo che l’agricoltura  fosse il settore primario che avrebbe potuto rappresentare il motore di tutta l’economia italiana. 

Il grano recuperato, dopo una prima fase di coltivazione del seme in una sola Azienda della filiera, è stato riprodotto in campi sperimentali filo-spiga con accurata selezione fatta da mani esperte: il Prof. Stefano Benedettelli dell’ Università di Firenze e dal nostro agronomo Silvia Ghezzi.

Il progetto di recupero della Varietà Conte Marzotto ha avuto in tutto una durata triennale in collaborazione con la Regione Toscana e l’Università di Firenze ( Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’ Ambiente).

Il Conte Marzotto è stato poi seminato in altre zone della Toscana e fra queste anche a Capalbio, nella Tenuta di Matteo Marzotto, nipote di quel Gaetano Marzotto al quale Michahelles aveva dedicato il grano appena costituito. Un omaggio questo all’intraprendenza imprenditoriale e all’attenzione verso l’agricoltura di tutta la famiglia Marzotto.

Così, dopo tanti anni il nostro grano è tornato ad essere coltivato su quei terreni che avevano lasciato una traccia della sua presenza in passato: alcuni sacchi di juta con la scritta Conte Marzotto, ritrovati da Matteo a Capalbio. Ciò ha motivato la ricerca e sono tuttora conservati da lui con affetto nel ricordo del nonno Gaetano.

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